FRINGE BENEFIT… siamo dei privilegiati?? Il caos regna sovrano!

La questione dei fringe benefit sulle agevolazioni finanziarie ai dipendenti ha creato un grande disagio tra i colleghi che avevano sottoscritto, anche nel recente passato, contratti di mutuo a tasso fisso inferiore al tasso di riferimento BCE.

Sono interessate peraltro, come da comunicazione in Echonet del 27/02 (da notare la tempestività…) tutta una serie di facilitazioni tra le quali le quote interessi relative a prestiti; scoperti di c/c; auto aziendale assegnata per uso promiscuo; alloggio aziendale e tutto ciò che è ricompreso nel welfare aziendale.
La norma, che considera “reddito imponibile” il beneficio derivante dalla differenza tra i due tassi, è nota da tempo ma non ha finora trovato applicazione in quanto il tasso di riferimento era stato da molti anni pari a zero mentre, ad oggi, si attesta al 3%. All’epoca dell’ultima revisione delle condizioni dei mutui per il personale – quando i dipendenti avevano convenienza ad avvalersi della surroga per beneficiare del ribasso dei tassi – la Banca, per limitare la perdita di attivi creditizi “sicuri”, decise di sottoscrivere una rinegoziazione contrattuale con la previsione in contratto del nuovo tasso, senza fare alcun riferimento a quanto disposto dall’art. 51 del tuir che, a prescindere dal tasso bce, era comunque in vigore.
La Banca potrebbe adottare, come abbiamo richiesto, un’interpretazione più tutelante per i colleghi. Si potrebbe, infatti, ritenere che, siccome il tasso contrattuale è quello effettivamente pagato e corrisponde al tasso di mercato del periodo in cui il mutuo fu rinegoziato, esso non rappresenti un’agevolazione a favore dei dipendenti e, dunque, non sarebbe soggetto alla tassazione in riservata ai fringe benefits dal TUIR.
La forma giuridica della rinegoziazione contrattuale, in luogo dell’aumento del contributo in conto interessi, scelta dall’azienda – come dalla Banca stessa evidenziato per bocca dei suoi massimi esponenti – avrebbe dovuto avere il preciso scopo di sottrarre i dipendenti dall’applicazione delle imposte sui FB.
Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL FABI – FIRST CISL – FISAC CGIL – UILCA – UNISIN

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