Il nostro amico, collega e compagno di mille battaglie Ale ci ha lasciato.
Ha combattuto come sempre e resistito a lungo, ma ora è libero e veglia su tutti noi.
Non so se gli angeli esistono davvero, ma di certo da oggi ne abbiamo uno accanto a noi.
RIP Ale.
Tommaso
Caro Ale,
volevo ringraziarti per tutto quello che mi hai insegnato.
Mi hai insegnato a riflettere, a dare la giusta importanza al tempo, quel tempo che non è fatto di secondi, minuti o di ore ma è fatto di quello che serve per non sbagliare o almeno per provare a non sbagliare.
Sei stato spesso rappresentato come “quello che dorme” ma tu non dormivi, o come quello lento ma tu eri più veloce di tutti nel capire nel comprendere nell’anticipare i fatti.
Solo io posso dire quanto mi sei stato prezioso nei momenti più difficili e quante decisioni ho corretto proprio grazie a te anche se forse non te lo ho mai detto.
E poi Ale sapevi ridere anche di te stesso, avevi un umorismo innato e geniale ……intelligente ed educato.
Mi sei sempre piaciuto per la persona che eri e che portavi in giro senza ostentazione, senza nulla a pretendere, un uomo e una faccia, un uomo e un cuore.
Tra tutte le persone che ti hanno incontrato non ce ne è mai stata una che avesse anche solo sfiorato un pensiero negativo nei tuoi confronti, non era possibile e non è stato possibile e lo hai impedito tu col tuo essere semplicemente…
…Ale.
Prima venivano gli altri poi arrivavi tu e questo ti ha garantito tutto questo bene che chi ha avuto la fortuna di incontrarti non può fare a meno di riconsegnarti.
Non hai voluto nemmeno andartene all’improvviso ma hai voluto evitare a tutti i tuoi amici un dolore improvviso e così ci hai preparato piano piano al tuo nuovo viaggio, perché tu caro Ale continuerai a stare con tutti quelli che ti hanno conosciuto e con me per sempre dentro al cuore in attesa di rincontrarci in un altro mondo perché i mondi non possono fare a meno di te.
Scusa se ti ho distratto dal tuo pedalare, riparti con la tua bici tra le nuvole bianche.
Ciao Ale.
Joseph
CIAO ALE, CIAO AMICO MIO
Ciao Ale, prendo in prestito le parole della nostra amica Cristina :” Anche se la situazione era bruttissima, ugualmente volevo credere che sarebbe successo qualcosa di magico.
TU lo meritavi.
E’ stato bellissimo conoscerti”.
E’ stato davvero bellissimo e prezioso l’averti conosciuto ALE.
Hai insegnato qualcosa ad ognuno di noi.
Sei stato una persona davvero speciale; intelligente, preparato, garbato, umile, simpatico, con un senso dell’umorismo geniale, generoso e soprattutto capace di guardare oltre, oltre alle apparenze e ai pregiudizi nei confronti degli altri.
La tua profondità ti ha sempre permesso di capire fino in fondo le persone accanto a te.
Ho mille ricordi che mi assalgono: i nostri giri tra le agenzie, i nostri “tour enogastronomici” come li chiamava scherzando il nostro amico Alberto .. perché noi ALE, abbinavamo sempre la visita ai colleghi ad un pranzo tutti insieme.. perché il Sindacato per noi era fatto anche e soprattutto di rapporti umani.
Eri il mio “preferito” come dicevo a tutti.
Ricordo la tua passione per i treni, per l’atletica e lo sport.
Ricordo le nostre chiacchierate sulla cucina e sul vino.
Ricordo le tante, tantissime risate insieme.
Ma soprattutto ricordo la tua immensa umanità, la voglia di difendere i più deboli sempre, … Siamo tutti più poveri da oggi ALE senza di te.. manca il dono più prezioso.. la tua amicizia.
Mentre scrivo le lacrime scendono, ma devo e dobbiamo essere forti.
Lo dobbiamo a TE, alla tua splendida famiglia, che potrà sempre contare su di noi, e a tutti i Lavoratori che tu hai sempre difeso e aiutato.
ALE MANCHI!
MANCHI TANTO!
E’ stato un privilegio immenso averti come amico.. e so che per noi ci sarai sempre.
TI VOGLIO BENE ALE, TI VOGLIO BENE AMICO MIO.
Stella.
Tra i tanti bellissimi ricordi che conservo di Alessandro ce n’è uno in particolare che vorrei ricordare. Un aneddoto sul quale abbiamo riso tanto, soprattutto Ale che aveva un gran senso dell’ironia. È un episodio di poco conto che però mi torna alla mente molto spesso e ogni volta, non so perché, mi fa sorridere.
Io e Ale, quando andavamo ai Direttivi o ai Congressi del Sindacato, condividevamo sempre la camera dell’ albergo. Facevamo “coppia fissa” perché entrambi non russiamo e potevamo così dormire tranquilli. Non come in altre camere che di notte si trasformavano in vere e proprie…. “segherie”.
L’unico neo nella convivenza con Ale era che, essendo sportivo, si alzava sempre prestissimo la mattina per andare a fare la sua corsetta e mi svegliava. Cercava quindi di fare meno rumore possibile, muovendosi con passo felpato e molto lentamente (quindi muovendosi come suo solito…). In questo era bravissimo, sempre molto attento a non disturbare, finchè…
Finchè non si trattava di tirare fuori dalla valigia quel maledetto sacchetto con le scarpe da running…
Era un sacchetto fatto di una plastica rumorosissima, semi rigida, avete presente quel tipo di plastica che a maneggiarla emette un’infinità di scricchiolii secchi? Ecco, proprio quella. Lui, che lo sapeva, cercava di provocarne il meno possibile aprendo il sacchetto al rallenty, col risultato però che ci metteva una vita a tirar fuori le scarpe, minuti e minuti di interminabili scricchiolii anziché un unico movimento rapido e veloce, che forse sarebbe stato meglio. Una mattina, ai primi tric e trac del sacchetto ovviamente mi sono svegliato e, dopo aver atteso svariati minuti di spiegazzamenti ho aperto un occhio e gli ho chiesto se aveva finito di rompere con quel sacchetto. Ricordo ancora la risata che si è fatto e che ci siamo sempre fatti in seguito ogni volta che raccontavo a qualcuno la storia del sacchetto.
Era il suo bello, aveva senso dell’ironia, sapeva ridere di se stesso, non si arrabbiava mai. Non ho ricordi di un suo momento di rabbia o semplicemente di un suo sfogo rispetto a quel che capitava. Anche dopo il primo ictus, avvenuto per una strana coincidenza della vita proprio un altro 8 marzo, non l’ho mai sentito in collera con se stesso o col destino che l’aveva colpito. Ed è’ normale, per chi esce da vicende così pesanti, sentirsi vittima, diventare “acidi” ed avercela col mondo intero. L’ho vissuto in prima persona con mio papà, colpito anche lui da un ictus. Invece Ale no, sorrideva anche quando, con fatica, si trascinava in mensa a pranzo riuscendo sempre ad essere in pace con se stesso e con gli altri, senza mai piangersi addosso e trasmettendoti serenità. Una vera forza della natura!
Gli volevano tutti bene e non poteva essere che così perché Ale, nella sua bontà e semplicità, era davvero speciale! Ed è stata una gran fortuna averlo avuto accanto in tutti questi anni.
Un fratello, una persona che sapeva ascoltare, che parlava con gli occhi e che si preoccupava degli altri.
Con una bella famiglia e una moglie fantastica alle sue spalle.
Addio caro Ale!
Alberto Forni
Ale, non dimenticheremo mai la tua presenza garbata e sempre sorridente. Quando ti abbiamo conosciuto abbiamo avuto la sensazione di essere dalla parte giusta, incarnavi perfettamente quel senso di correttezza che contraddistingue il nostro Sindacato perché eri una persona perbene, garanzia di lealtà.
Ti ricorderemo e ti porteremo sempre nel cuore, ripensando al nostro mitico ballo di Riccione con Piero che cantava “In banca don’t cry”… quanto ci siamo davvero divertiti!
Ciao Ale!
Lorenzo & Milena
Caro Alessandro,
sei stato tra le prime persone che ho conosciuto fra gli attivisti della FALCRI BNL. Sembra ieri, sono passati oltre 10 anni.
Ricordo un modo di fare sempre garbato, che mette a proprio agio; un tono di voce garbato, ma molto determinato; poche parole per tanti consigli utili.
Abbiamo perso un compagno e soprattutto una persona eccezionale, ma rimarrai per sempre nei nostri cuori.
Gianluca Ceriani
Tra i tanti bellissimi ricordi che conservo di Alessandro ce n’è uno in particolare che vorrei ricordare. Un aneddoto sul quale abbiamo riso tanto, soprattutto Ale che aveva un gran senso dell’ironia.
È un episodio di poco conto che però mi torna alla mente molto spesso e ogni volta, non so perché, mi fa sorridere.
Io e Ale, quando andavamo ai Direttivi o ai Congressi del Sindacato, condividevamo sempre la camera dell’albergo. Facevamo “coppia fissa” perché entrambi non russiamo e potevamo così dormire tranquilli. Non come in altre camere che di notte si trasformavano in vere e proprie…. “segherie”.
L’unico neo nella convivenza con Ale era che, essendo sportivo, si alzava sempre prestissimo la mattina per andare a fare la sua corsetta e mi svegliava. Cercava quindi di fare meno rumore possibile, muovendosi con passo felpato e molto lentamente (quindi muovendosi come suo solito…). In questo era bravissimo, sempre molto attento a non disturbare, finchè…
Finchè non si trattava di tirare fuori dalla valigia quel maledetto sacchetto con le scarpe da running…
Era un sacchetto fatto di una plastica rumorosissima, semi rigida, avete presente quel tipo di plastica che a maneggiarla emette un’infinità di scricchiolii secchi? Ecco, proprio quella. Lui, che lo sapeva, cercava di provocarne il meno possibile aprendo il sacchetto al rallenty, col risultato però che ci metteva una vita a tirar fuori le scarpe, minuti e minuti di interminabili scricchiolii anziché un unico movimento rapido e veloce, che forse sarebbe stato meglio. Una mattina, ai primi tric e trac del sacchetto ovviamente mi sono svegliato e, dopo aver atteso svariati minuti di spiegazzamenti ho aperto un occhio e gli ho chiesto se aveva finito di rompere con quel sacchetto. Ricordo ancora la risata che si è fatto e che ci siamo sempre fatti in seguito ogni volta che raccontavo a qualcuno la storia del sacchetto.
Era il suo bello, aveva senso dell’ironia, sapeva ridere di se stesso, non si arrabbiava mai. Non ho ricordi di un suo momento di rabbia o semplicemente di un suo sfogo rispetto a quel che capitava. Anche dopo il primo ictus, avvenuto per una strana coincidenza della vita proprio un altro 8 marzo, non l’ho mai sentito in collera con se stesso o col destino che l’aveva colpito. Ed è’ normale, per chi esce da vicende così pesanti, sentirsi vittima, diventare “acidi” ed avercela col mondo intero. L’ho vissuto in prima persona con mio papà, colpito anche lui da un ictus. Invece Ale no, sorrideva anche quando, con fatica, si trascinava in mensa a pranzo riuscendo sempre ad essere in pace con se stesso e con gli altri, senza mai piangersi addosso e trasmettendoti serenità. Una vera forza della natura!
Gli volevano tutti bene e non poteva essere che così perché Ale, nella sua bontà e semplicità, era davvero speciale! Ed è stata una gran fortuna averlo avuto accanto in tutti questi anni.
Un fratello, una persona che sapeva ascoltare, che parlava con gli occhi e che si preoccupava degli altri.
Con una bella famiglia e una moglie fantastica alle sue spalle.
Addio caro Ale!
Alberto Forni
Ale, non dimenticheremo mai la tua presenza garbata e sempre sorridente. Quando ti abbiamo conosciuto abbiamo avuto la sensazione di essere dalla parte giusta, incarnavi perfettamente quel senso di correttezza che contraddistingue il nostro Sindacato perché eri una persona perbene, garanzia di lealtà.
Ti ricorderemo e ti porteremo sempre nel cuore, ripensando al nostro mitico ballo di Riccione con Piero che cantava “In banca don’t cry”… quanto ci siamo davvero divertiti!
Ciao Ale!
Lorenzo&Milena
Caro Alessandro,
sei stato tra le prime persone che ho conosciuto fra gli attivisti della FALCRI BNL. Sembra ieri, sono passati oltre 10 anni. Ricordo un modo di fare sempre garbato, che mette a proprio agio; un tono di voce garbato, ma molto determinato; poche parole per tanti consigli utili. Abbiamo perso un compagno e soprattutto una persona eccezionale, ma rimarrai per sempre nei nostri cuori.
Gianluca Ceriani
Un uomo buono, gentile, generoso, coerente e coraggioso.
Ciao Ale
Laura Bovo
Alessandro, era una persona unica perché era competente non faceva pesare il suo essere capace, tutti ti volevano bene, tu eri luce eri buono.
Sono dispiaciuto e triste ora potrei dire molte cose, ma tu sottovoce diresti ma va la.
Tvb Ciao Ale
Mirco Panizzardi
Ciao caro Alessandro!
Matteo Codega
Ciao Ale, grazie
Alessandra Primus
Dalle tue parole, Josepf, deduco che Ale sarebbe stato anche amico mio. Un abbraccio a chi soffre.
Patrizia Diletta Ronco
Mi spiace proprio tanto!
Nicoletta Stanziani
Joseph condivido con commozione quanto hai scritto di Alex. Un suo impeccabile ricordo.
Un grande abbraccio
Maurizio Sgarro
Ciao. Alessandro
Maristella Ostoni
Buon viaggio Ale
Emanuela Goso
Un ragazzo, un Uomo speciale
R.i.P
Giorgio Braccini
Ti ho voluto bene.
Grazie ciao
Antonio Pancotti
Ciao Ale compagno amico fraterno
Piero Carcano
Condoglianze alla famiglia.
R.I.P caro Alessandro
Gianni Ferrari
Che brutta notizia. Non ho parole.
Buon vento Ale
Alfonso Airaghi
Molti in questo momento parlando di Alessandro ricordano anche Franco Marceglia due persone belle portatori di bellezza morale e di impegno
Troppo presto ci han lasciato
Piero Carcano
T.V.B.
Tamara Cadoni
Che la terra ti sia lieve.
Condoglianze alla famiglia
Lucio Cartagine
Molti in questo momento parlando di Alessandro ricordano anche Franco Marceglia due persone belle portatori di bellezza morale e di impegno.
Troppo presto ci han lasciato
Piero Carcano
Mi dispiace davvero tanto. Lo ricordo con affetto.
Ciao Alessandro
Manuela Brioschi
Sono profondamente dispiaciuta.
R.I.P.
Olivia Trebb
Mi spiace. Che la terra ti sia lieve.
Onorina Quartiani
Ale… il tuo sorriso racconta tutto di te… sprigiona tutta la persona che sei stato… purezza semplicità amore x la vita…
Giovanna Amato
Ciao Alessandro Un abbraccio alla famiglia e a tutti voi
Anna Cazzaniga
Mi dispiace, ciao Ale
Sabina Verderosa
Caro Ale, abbiam condiviso momenti allegri in viaggio e momenti di noia e impegno; tra dichiarazioni e calcoli, tra tabulati e spunte, ma tu sempre col sorriso e pazienza; ogni cosa era affrontata con la dovuta attenzione. Son riuscito nonostante i tuoi tentennamenti a portarti nel mio profondo sud e parteciparti dei miei angoli preferiti. Mi hai aperto alle tue momentanee difficoltà, mi hai reso partecipe degli impegni famigliari, delle tue imprese di ristrutturazione della casa estiva. Abbiamo condiviso tanti bei momenti; anche se colleghi ci siam sentiti amici, tu in me vedevi l’anziano, io di te colui che approfondiva i miei dubbi. Continua a sorridere, sarà per chi ti ha conosciuto un momento lieto e sereno.
Ciao Ale
Totò (Antonio D’Attoma)
Ciao Ale
Lory Lo Tuso
Ciao Ale grande collega ed amico
Riccardo Agnoletti
Ciao Alino
Stella DS
Oggi è mancato un nostro amico
Alessandro Cazzaniga compagno e storico iscritto al nostro ANPI ,vicino sempre a noi pur se residente fuori porta.
Resistente antifascista per spirito carattere e solide radici…
Amava la bicicletta e per questo era un grande estimatore del grande Ginettaccio come atleta come uomo e partigiano.
Lo vogliamo ricordare con una canzone che amava particolarmente: “Bartali” di P.Conte nella versione di Jovanotti in un video che ci aveva mandato per il 25 Aprile dell’ anno scorso.
Ciao Ale
Piero Carcano (ANPI CASSOLNOVO)
Quanta strada nei miei sandali quanta ne avrà fatta Bartali…
Da quella curva spunterà
Quel naso triste da italiano allegro
Farà piacere un bel mazzo di rose
E anche il rumore che fa il cellophane
Ma una birra fa gola di più
In questo giorno appiccicoso di caucciù
Ciao Ale compagno amico
quanta strada nei miei sandali quanta ne avrà fatta Bartali….
Piero Carcano (ANPI CASSOLNOVO)
Ciao Alino, il mio e’ un semplice Ringraziamento…hai saputo arricchirmi con il tuo grande equilibrio, la tua disponibilità e con i tuoi modi pacati e gentili
elargivi insegnamenti di vita…bastava coglierli dietro al tuo sorriso.
Un’anima pura, con la tua presenza discreta.sempre attenta e piena di garbo non facevi mai mancare il tuo sostegno.
Lasci un vuoto che sarà difficile colmare… ma… mi piace pensare che tu abbia trovato il tuo posto “ Speciale”.
Un abbraccio dal profondo del cuore…
Barbara Vettor
Caro Ale
Perdonami se non sono stato presente per il tuo ultimo saluto.
Ma come tanti tanti di noi ti porterò nel cuore e che tenerezza quando rivedo il tuo sorriso dolce da persona vera e da persona buona.
Anche se tutto ciò che è successo ci addolora e mette a dura prova la tua famiglia possiamo stare sicuri che da lassù ci guarderai.
Ciao Ale
Paolo Zagari
Ciao Ale,
Ciao amico fraterno, punto fermo di me di noi.
Fondamentale presenza della quale ci siamo accorti eccome in questi lunghi mesi di assenza.
Della tua capacità di raffreddare animi accesi, inutili e per cose futili, riportandoci con i piedi a terra, alla normalità della vita dando il giusto peso alle cose, dettando i tempi giusti da dedicare a cosa e cosa. Togliendo spazio alle cattiverie, alle inutili polemiche che spesso riuscivi a fermare sul nascere.
Equilibrio, sobrietà mai una parola detta per far male, anche nelle battute piu sagaci che arrivavano inaspettate, dritte e ben assestate e che si concludevano con quel tuo sorriso che non si poteva non amare.
Al di sopra di ogni sospetto, oltre ogni casacca, ogni pregiudizio con grande lucidità di analisi ti sei fatto apprezzare da tutti, in un mondo quello del lavoro e in particolare sindacale spesso ruvido; dove l’educazione fatica a trovare spazio.
Uno stile che ci faceva spesso sorridere quando nei nostri viaggi sindacali guidavi la tua auto rispettando esattamente il numero di giri motore indicato dal libretto per ottimizzare resa e consumi e al contempo fornivi a tutti noi un kit di conforto con tanto di fazzoletti, salviette e cioccolatini nelle tasche delle portiere .Uno stile che non ci poteva stupire; tu sei fatto cosi’, sei sempre stato così, fatto di competenza, precisione, rispetto e affetto.
Uno stile, un modo di essere d’altri tempi, anzi “fuori, senza tempo. Quel tuo ”passo lento” (un amico comune ti aveva dato simpaticamente il soprannome de “il moviola“) quasi ad insegnarci che per apprezzare veramente la vita occorre si cambiare spesso ritmo ma non per accellerare, bensì per scalare le marce, rallentare fino a mettersi in pausa; facendo lunghi respiri ricaricarsi per poi riprendere il cammino. Quasi tu lo sapessi che di respiri la vita non te ne avrebbe concessi più molti e intanto guardarsi intorno cercando di non perdersi nulla.
E più volte sei ripartito ed hai affrontato salite spesso impossibili, scalate e impervie imprese, con la tua bici e anche con la tua malattia; affrontata con coraggio, tenacia con tanto sacrificio sia nella convalescenza e anche dopo, al ritorno sul lavoro quando anche il minimo gesto quotidiano ti deve essere costato non poca fatica e disagio.
Mi rimarra’ di te tutto questo e tanto altro ancora: i tuoi moniti, quei tuoi: “Vusa pian “ Te me paret un strasciè” a sottolineare qualche eccesso verbale e poi le pacche sulle spalle. I momenti passati nelle stanze degli Hotel nei momenti congressuali, tra confidenze e consigli fraterni, che spesso si concludevano con qualche strofa dei tuoi amati cantautori cantata a guisa di ninna nanna dopo aver dissertato alla maniera di un Giuan Brera di politica, di sport del tuo amato Gianni Rivera, l’abatino signore del calcio che vedeva il gioco”quasi quanto te”.
Le tue sveglie di primo mattino per andare correre e poi dedicarti con tutto il tempo dovuto al rituale della tua leggendaria, pantagruelica colazione prima di seguire il lavori con la consueta serietà e dedizione
E mi rimarrà indelebile quell’ultima pedalata all’alba sulla sabbia bianca di Rimini dove io annaspo e tu davanti a me con il tuo consueto bonario sorriso che mi stacchi e te ne vai salutandomi, sullo sfondo del mare e del sole che sta per nascere.
Stacci vicino Ale come starai alla Luci all ‘Attilio all’Anna
Stacci vicino Ciao Ale
Luci a San Siro di quella sera
Che c’è di strano, siamo stati tutti là
Ricordi il gioco, dentro la nebbia
Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là
Ma stai barando, te ne stai andando
Così non vale, è troppo facile così
Trovarti, amarti, giocare il tempo
Sull’erba morta con il freddo che fa qui
Piero Carcano
Caro Ale,
a volte nella vita si incontrano persone che non puoi dimenticare.
Ecco Ale tu sei una di quelle.
Ho percorso meno strada con te rispetto ad altri (poca purtroppo) ma sufficiente per cogliere la bellezza della tua persona: la tua bontà, il tuo altruismo, la tua intelligenza, la tua saggezza, … il tuo essere equilibrato.
Grazie Ale! Grazie di cuore per quello che sei stato e per quello che hai fatto, sempre con generosità.
Rimarrai sempre nel cuore!
Veronica
Con animo di profonda tristezza salutiamo il collega Alessandro Cazzaniga che nella giornata del 7 marzo è venuto a mancare dopo una lunga malattia.
Nel corso degli anni abbiamo condiviso con Alessandro un percorso comune reso ancora più forte dalla sua volontà di riprendere una vita normale dopo il primo drammatico episodio che aveva lasciato in lui segni evidenti.
La sua forza d’animo accompagnata da una serenità di fondo nell’affrontare le traversie della vita è stato l’esempio più alto che questa dolorosa esperienza ci insegna e che ci deve far riflettere e fortificarci.
Siamo vicini ai suoi familiari e li stringiamo idealmente in un grande abbraccio confermando la nostra disponibilità e vicinanza per supportarli nel migliore dei modi.
Lo ricorderemo, come si meritava, con enorme affetto.
Roberto Valerio
Si dice “è meglio così”.
Si pensa “è meglio così”.
E ammetto, anch’io l’ho pensato.
Ma “meglio”, non è così; meglio è Alessandro che si sveglia, si riprende, torna con noi. Tra noi.
Questo è meglio.
L’altro è l’ineluttabile, tra tutte le altre possibilità, la meno peggio.
La vita, con Ale, è stata proprio stronza.
E lo è stata due volte.
E non riesco a trovare una giustificazione.
Cristina Macchini
Caro Ale,
Anzi, come sempre ti ho chiamato e mi è piaciuto chiamarti…
Caro Cazza… sono stati giorni di ricordi e parole bellissime nei tuoi confronti, come del resto bellissimo sei tu e come bellissimo sapere che esistono davvero ancora persone, poche, come te.
Io non ho da aggiungere altri pregi a quello che sei e che hai rappresentato nei 14 anni in cui ho avuto la fortuna di conoscerti… ma ricordo bene la sensazione che ho provato al nostro primo incontro , parlando, dopo pochi minuti, mi sembrava di conoscerti già da una vita, come fossimo amici di vecchia data.
Era il tuo modo di considerare le Persone, era la tua gentilezza, la tua dolcezza, che metteva a proprio agio e proteggeva chiunque.
Era la tua sincera attenzione, che mi hai dimostrato ricordandoti persino di alcuni miei racconti “frivoli”, di cui dopo diversi giorni ancora ricordavo, chiedendomi… e ne sorrido ancora di quella leggerezza che ho condiviso con una persona di rara e sopraffina intelligenza.
Non sai quante volte penso alla telefonata che mi hai fatto prima di partire ed a quel caffè che avremmo dovuto prendere quando saresti tornato a Milano, finite le vacanze.
E’ un granello di allegria in questa tristezza, pensare che sei partito per una lunga, infinita vacanza, con la dolcezza del tuo sguardo e del tuo sorriso, sulla tua mitica bicicletta.
Grazie per la tua amicizia, me la ricorderò sempre.
Un abbraccio forte, ciao Ale
Alessandro Ripamonti